Introdizione al libro
Sono poesie disegnate, scritte con l’immediatezza di chi ha un personale canone espressivo per indicare umori, sentimenti interiori, emozioni… Accadimenti che corrispondono all’atteggiamento soggettivo dell’artista, che evidenzia spontaneità ed immediatezza in contatto emotivo con l’oggetto che attira la sua attenzione per rendere una “realtà percepita”. Spesso sono “momenti emotivi” e non descrittivi quelli che vengono tradotti in versi o disegnati. È evidente lo scambio… l’osmosi tra questi modi espressivi, così che l’autore scrive disegnando e disegna scrivendo. A volte è poesia “figurativa”, surreale, astratta, in cui si coglie l’evidente serie di processi mentali misteriosi che sono operanti in qualsiasi attività artistica… In alcune poesie non c’è la definizione dell’ovvio, bensì l’evocazione dell’indefinibile, per cui si creano opere più complesse e di profondità emotiva. L’emozione, come vissuto affettivo o come impulso, diventa una chiave per aprire la porta chiusa della razionalità (vedi la funzione degli occhiali nell’omonima poesia) e penetrare nel profondo della psiche umana. Alcune sono composte di getto, a fine giornata, e si distinguono per la maggior importanza che l’autore dà alle sensazioni vissute. Sono percezioni personali scritte o disegnate (spesso con ironia ed autoironia…) per esprimere esperienze interiori aggressive, mistiche, liriche, ecc., proprio perché le nostre azioni non sono sempre motivate da processi di pensiero conscio, quindi si manifestano come natura soggettiva della percezione, ondeggianti sul flusso e riflusso tra natura e mente. Come accennato, sono momenti di riflessione sul vissuto, paesaggi emotivi, espressioni di sentimento interiori, per cui quello che accade intorno a sé diviene improvvisamente – e spesso inaspettatamente – motivo di percezione poetica e quindi di creazione artistica.
Nel bosco
Velieri o nubi navigano lassù? Dimenticate armonie di limpide stelle o gocce d'ansie indefinibili gocciolano su braccia aperte di clorofilla per confondere le lancette del mio orologio in una tavolozza di cortecce, foglie, radici? La mia anima è pioggia fine persistente scesa tra le orme dei miei passi nel bosco, ...scrittura incerta su acquitrini d'ignoto, il mio sguardo è smarrito da sogni sgualciti e cerca lassù oltre il disegno dei rami il suo illimitato spazio quieto... Deluse sono le mani, che non afferrano più gli attimi sospesi di tutti i colori malinconici degli acquerelli, emersi in un mosaico di odori da pagine mute, mentre con l'illusione di un fiore caduto che vuol tornare al suo ramo aspetterò l'eco di un cinguettio poi di un improvviso battito d'ali, per alzarmi in volo e liberare la voce dell'infinito dimenticata nel labirinto dei miei occhi d'adulto... Grondante di un'arcana purezza scesa in liquide perle tra l'erba per rincontrarmi son qui, in attesa che un fremito d'innocenza agiti ancora le piume bianche del mio pensiero a vagabondare lassù le onde sconosciute di quel cielo d'acqua. Io a piedi nudi son qui, in attesa che il mio canto segua l'eco dolce di un flauto, che ora inonda con i suoni di luce la casa d'ombra di questo faggeto, e busserò ad una porta di pioggia che si schiuderà all'enigma dei sacri contrari del tempo. Lì... tra i riflessi di un ruscello nitido mi rivedrò in quel fanciullo che illuminava con un piccolissimo sole negli occhi gli angoli bui della fiaba dell'esistenza. Bolsena 1987
Tu…
Tu...non vedi il segnale abbagliante di un intreccio di azalee su di un muro di calce... Tu...non sai immergerti nel cubo blu cobalto di quel mare, su cui il mio battello di carta scivola nel riflesso bianco di una nuvola... Tu...non guardi la pietra turchese del cielo adagiata sul cristallo verde di questa pianura infinita, ora che... nel tramonto raggi di sole trafiggono con pugnalate d'arancio questi miei disegni, che mi sfuggono tra le mani... Dici di capirmi, ma non hai la chiave dei cassetti in cui sono custoditi i chiaroscuri dei miei giorni... Sbirci l'orologio impaziente, ma non ti sei assopita, neppure un attimo, all'ombra della grande quercia del tempo! Così sull'orlo di una tazza di tè danzi i tuoi giorni uguali e non ti accorgi che una carezza può essere scritta in una lettera, trasportata dalla corrente di un fiume o... dal vento! Bologna 1979
La zattera di cristallo
Non picchierà solo vento gelido sul vetro della tua finestra, quando abbandonerai ad occhi chiusi la riva degli inganni di tante crisalidi dell'Io ...per divenire farfalla! Dormi... Non mi avvertirai prima di partire ...sulla tua zattera trasparente, per scivolare su di un cristallo, baciato da un raggio di luna! Dormi... Non chiederti dove andrai quando affiorerà sull'acqua quell'anelito di tenerezza che ti strugge, perché lo scriverà per te la matita azzurrina dell'anima emersa da un fondale blu! Tornerai a volare sul silenzio delle idee in una mongolfiera alla deriva in quel tramonto di fiamme che avvampano, sospeso nelle tue pupille di innamorata! Domani... dagli alti singhiozzi porpora delle nuvole, ti aspetterò cadere lentamente tra le mie mani, fra stille luminose di amanti che si guarderanno confusi nel cielo sceso nel mare. Roma 1975
La matita sospesa
Non sono ancora un temporale che brancola calmo in una casa di cristallo in cerca di una fessura per mutarsi in una scaglia di azzurro... Soffia solo un vento leggero sulla pianura bianca del mio foglio, lì dove un arco di cielo non ha ancora scoccato la freccia fluida di un torrente rabbioso al verde abbraccio di una segreta valle ombreggiata. Dove sei fantasia? Qui accanto c'è una sedia vuota e la mia matita sembra come foglia sospesa ad un metro dal tavolo, mentre vibra tra le corde di un'arpa malinconica la pioggia scrosciante del mio silenzio! Roma, dicembre 2000
Il sasso smagliante del tempo
Isola... sulla riva di un'isola, ho stretto ancora, qui nel pugno, il sasso smagliante del tempo scagliato più volte inutilmente sul pelo di quel mare di pietra solcato per anni! Se fossi stato un vivaio di mattini sereni, forse avrei avuto ora per donna un cuscino di baci, o una spugna avida di carezze nel letto... Invece la luna plana con un raggio bianco sul davanzale degli occhi, ...ed un iris viola è solo una nota scesa lentamente sulla tastiera indifferente del pianoforte della notte. Roma 1986
Ora che sei qui..
Maggio corteggia ciclamini ed azalee su balconi e giardini assolati e spinge il cancello del tempo con un soffio di primavera... Ora che sei qui spiccioli di sogni dimenticati nello scrigno della mia tasca, ...planano come alianti su di un campo di grano... Ora che sei qui dipingerò per te, ...in un acquerello d'aria, ...quella strada lastricata di giada che scendeva ondulata tra infinite distese azzurre di genziana... ...e nella sera l'eco del tuo sospiro si diffondeva ancora da quel fienile, assopito tra le foglie ed un fiume, dove al fruscio dei tigli avevamo avuto ali d'acquamarina per volare... Acilia 1984